Ci tengo a te. Questo fa di me un caregiver?
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Ci sono familiari, amici e persone care per le quali faremmo qualsiasi cosa. Una figlia che chiama e dice: “Papà, ho una gomma a terra, mi puoi aiutare?” Ci fa prendere in mano gli attrezzi senza pensarci. Mamme che ci dicono “Non farò a tempo a fare la spesa oggi, potresti comprarmi qualcosa mentre vieni qui?” A cui nel giro di un’ora portiamo ciò di cui hanno bisogno e anche qualcosa in più per farle felici.
Teniamo a loro e ci prendiamo cura di loro. Quando si tratta delle esigenze di una persona cara affetta da una malattia cronica, c’è una linea sottile che separa l’avere a cuore una persona e il prendersene cura.
Che cosa significa essere caregiver oggi?
Potresti aver sentito la parola ‘caregiver’ e aver pensato all’accezione del termine che identifica un professionista. Ovvero la persona che viene assunta espressamente per assistere ai bisogni di chiunque richieda un sostegno assiduo nelle attività della vita quotidiana.
Caregiver o carer
Caregiver o carer, è un termine inglese
che indica coloro che si occupano di
offrire cure e assistenza a un'altra
persona.
Queste persone si fanno carico di un’ampia gamma di responsabilità che variano in termini di intensità; e sono persone preparate e qualificate per farlo. Il termine tuttavia ha molti altri significati. I caregiver sono adulti che si occupano di altri adulti, genitori che si prendono cura di bambini affetti da malattie croniche o figli che danno sostegno ai propri genitori. Essere caregiver significa prestare assistenza fisica, supporto emotivo e persino sostegno economico. Molto spesso queste forme di assistenza vengono fornite da persone non retribuite e non qualificate. Almeno il 57% delle persone che prestano assistenza esegue mansioni di natura medica per le quali solo il 14% ha ricevuto adeguata formazione.
Qual è quindi una definizione comune di caregiver?
Caregiver è chi fornisce aiuto non retribuito, accudendo qualcun altro. Il destinatario delle cure può essere malato, anziano, disabile, un membro della famiglia, un amico o un partner, con cui passare un paio d’ore o più alla settimana aiutandolo in ciò di cui ha bisogno.
A chiunque – mariti, mogli, mamme, papà, nonni, bambini, amici – e in qualsiasi momento, potrebbe crearsi la necessità di prendersi cura di una persona cara. Non sorprende quindi che 3 persone su 5 diventino caregivers a un certo punto della propria vita. In casi come questi, spesso non ci si considera caregivers. A seconda della malattia, il bisogno di cure potrebbe gradualmente cambiare nel tempo. Aiutare nelle piccole mansioni si trasforma nel dare supporto nella maggior parte delle attività quotidiane e questo diventa così naturale che finiamo per farlo senza nemmeno pensarci. Ciò significa che, a volte, le persone che forniscono assistenza non si ritengono caregivers, tantomeno vengono considerate tali dalle stesse persone di cui si prendono cura.
Accettare se stessi quali carer/caregivers è più facile a dirsi che a farsi e in questo l’aspetto culturale può giocare la sua parte. In alcuni paesi asiatici, ad esempio, offrire sostegno a parenti anziani bisognosi di cure è un comportamento molto radicato nella società. Questo perché più generazioni della stessa famiglia crescono e vivono sotto lo stesso tetto perciò fin da bambini si è abituati a condividere il bisogno di cura delle persone più anziane. In Cina c’è persino una legge in proposito!
A questo punto ci si potrebbe domandare, “perché tutto ciò è così importante”? Sì, mi occupo della persona a cui tengo. Che differenza c’è se mi considero in questo modo? Ma è proprio qui dove molti potrebbero rivelarsi inadeguati nel fornire sostegno finanziario ed educativo o nel dare supporto emotivo e pratico. In realtà, il 75% dei carer/caregivers si sente impreparato per il ruolo che svolge
Può essere quindi davvero utile riconoscere l’importanza del ruolo che si sta svolgendo nella vita di qualcun altro.
E in questa situazione, c’è un’altra persona importante di cui prendersi cura. E, quella persona sei tu. Otto caregiver su dieci si sono sentiti soli o isolati quando si stavano prendendo cura di qualcuno. Per poter fornire la migliore assistenza, per prima cosa, prenditi cura di te stesso, qualunque cosa possa significare e implicare; sia che si tratti di incontrare degli amici per cena o di leggere il vostro libro preferito.
Se hai la sensazione che la tua attività di sostegno, o quelle di una persona cara, vadano oltre le aspettative, sul nostro sito Web puoi trovare alcuni consigli sulla gestione della vita quotidiana quando si ha a che fare con la SM.
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